
70 anni di Repubblica Popolare Cinese
Intervista esclusiva alla Senatrice Virginia Tiraboschi in occasione dell’anniversario della fondazione
foto LaPresse
“La Cina giocherà sicuramente una partita importante, condizionando gli equilibri politici mondiali”
Virginia Tiraboschi è una senatrice italiana, rappresentante del partito politico Forza Italia, e imprenditrice nei settori del benessere e della cosmetica.
Nel corso della sua vita professionale ha ricoperto importanti incarichi nella pubblica amministrazione, occupandosi di progetti nazionali e internazionali.
Già membro di diverse commissioni parlamentari, è attualmente nella Commissione per l’Industria, il Commercio e il Turismo.
In occasione dei 70 anni della Repubblica Popolare Cinese, la senatrice italiana trasmette i suoi saluti e condivide le sue opinioni sui principali argomenti di attualità: La Senatrice e imprenditrice italiana Virginia Tiraboschi.
Ricorre in questi giorni l’anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Cosa pensa dello sviluppo economico e sociale dal 1949 ad oggi della Repubblica Popolare? Quale è a Suo parere il principale successo ottenuto dai leader politici cinesi?
Lo sviluppo economico della Cina è sicuramente stato importante nel corso degli ultimi vent’anni anche se si intravedono degli squilibri, soprattutto a livello sociale, che potrebbero rappresentare tensioni e problematiche, se il gigante cinese non continuerà a crescere a ritmi sostenuti.
La Cina ha però nel suo DNA la capacità di pianificare a medio lungo periodo e, soprattutto, indirizzare con visione e pazienza le risorse sugli asset strategici in maniera consistente. Pensiamo a cosa il Governo cinese ha fatto sull’IA e le tecnologie 5G con circa 8 miliardi di investimento in meno rispetto agli Stati Uniti.
Inoltre, non deve sfuggire che la Cina ha un debito pubblico bassissimo e che sta guardando oltre i propri confini per indirizzare investimenti che, in termini di geopolitica mondiale, potrebbero definire e far nascere nuove alleanze, soprattutto commerciali per far spazio al surplus produttivo.
Si terrà dal 5 al 10 novembre a Shanghai il II Expo internazionale per l’import (China International Import Expo). Qual è l’importanza commerciale, in particolare per l’Italia, di questo appuntamento internazionale e quali nuove tendenze tra tracciando?
L’Italia e la Cina possono sviluppare rapporti di fiducia e leale collaborazione, partendo da culture millenarie che possono essere valorizzate con interscambi costanti e iniziative di carattere internazionale quali la prossima Export Internazionale di novembre.
Da un lato, l’Italia, con la PMI e la sua industria creativa che hanno fatto grande il nostro paese, grazie al brand “Made in Italy”, che è il terzo più conosciuto al mondo dopo Coca Cola e Visa, può trovare nel mercato cinese uno sbocco importante dei propri prodotti che rappresentano “il bello, il ben fatto e il bel vivere” che è molto apprezzato da quei 400 milioni di nuovi consumatori che con il loro elevato potere d’acquisto possono generare una ricchezza che va ben oltre il trilione di dollari.
Dall’altro, la Cina che da sempre privilegia i rapporti bilaterali può considerare l’Italia un partner, che da un punto di vista geografico, si trova in una posizione strategica, sia verso l’Europa, sia verso l’Africa.
La Cina, secondo Lei, può diventare quel centro dove sempre più si discuteranno e decideranno dinamiche economiche e questioni sociali (es. l’ambiente) di portata globale?
Le due sfide mondiali del XXI secolo che dovremmo tutti programmare a medio lungo periodo, dandoci due target time di verifica al 2030 e al 2050 sono l’ambiente e le tecnologie e i servizi digitali che potranno cambiare non solo il paradigma industriale, ma anche quello sociale, culturale e politico.
La Cina giocherà sicuramente una partita importante, condizionando gli equilibri politici mondiali: basti pensare allo scontro tra Cina e USA sul 5G e alle diverse posizioni sull’ambiente, come abbiamo potuto notare di recente in occasione del vertice mondiale di New York.
In qualità di importante rappresentante politica o di imprenditrice, quale progetto di cooperazione tra l’Italia e la Cina vorrebbe realizzare?
Da imprenditore e da politico mi piacerebbe collocare il meglio del Made in Italy sul mercato cinese e non solo. Pensi a cosa potrebbero fare insieme i nostri due paesi grazie agli investimenti importanti in tecnologie digitali e in logistica che ha fatto il vostro paese e alla creatività, capacità di innovare, qualità della vita, spiccata artigianalità industriale più tipiche del nostro paese che, per queste caratteristiche, è uno dei più apprezzati al mondo, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.
Scambi commerciali tra i nostri paesi e verso l’Europa, agevolati da piattaforme logistiche e digitali.
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