
Attenzione alla trappola della liquidità
Già ai tempi della grande depressione, la “trappola della liquidità” preoccupava Keynes.
Oggi, si sta verificando lo stesso: una buona parte del denaro è incanalata in riserve di capitale, una forma di accantonamento per rischi futuri. La prova è che la liquidità sui conti correnti degli italiani è aumentata di 34 miliardi è quella delle imprese di 20 miliardi.
Durante i periodi di incertezza il risparmio precauzionale in genere aumenta perché le famiglie non spendono e le imprese non investono. Al tempo stesso le banche devono investire un eccesso di liquidità per mancanza di investitori. Le riserve in eccesso nella disponibilità delle banche americane tra febbraio e aprile sono raddoppiate, crescendo in misura molto più importante rispetto alla crisi economica del 2008. Le politiche di stimolo, per la paura del futuro, che non si era vissuta in maniera così intensa nel 2008, non hanno per il momento avuto lo stesso effetto moltiplicatore.
Le borse ondeggiano e questa volatilità potrebbe aumentare l’incertezza portando a un atteggiamento ancora più prudente e scoraggiando consumi e investimenti.
Questo momento costituirà la “trappola della liquidità”: un aumento dell’offerta di moneta e un utilizzo limitato da parte di famiglie e imprese.
Solo lo Stato può interrompere questo circolo vizioso attuando alcune misure che provo a semplificare con degli esempi: se decido di acquistare un’auto, avrò la sospensione delle rate de la pandemia dovesse ripartire e io perdessi il mio reddito; oppure, se decidi di acquistare una casa dovrei poter ottenere un mutuo condizionato al reddito che percepisco.
Il Governo, inoltre, senza rendere troppo macchinoso il funzionamento dei voucher potrebbe emettere i “coupon digitali” con una precisa scadenza per acquistare beni e servizi.
Infine, il Governo potrebbe sostenere le imprese che non licenziano a condizione che le stesse abbiano già intercettato le nuove esigenze del mercato e riorganizzato la produzione.
Insomma, i programmi di stimolo mal congegnati sono potenzialmente pericolosissimi e la pessima politica può contribuire ad aumentare le disuguaglianze, a seminare incertezza, preoccupazione e rabbia sociale, così come ad affossare definitivamente un paese.
Infine, il Governo potrebbe sostenere le imprese che non licenziano a condizione che le stesse abbiano già intercettato le nuove esigenze del mercato e riorganizzato la produzione.
Insomma, i programmi di stimolo mal congegnati sono potenzialmente pericolosissimi e la pessima politica può contribuire ad aumentare le disuguaglianze, a seminare incertezza, preoccupazione e rabbia sociale, così come ad affossare definitivamente un paese.