
La mia proposta per il lavoro femminile e la maternità
Sui social tutti si scagliano contro il Governo che non fa nulla a seguito della perdita per le donne di oltre 35.000 posti di lavoro durante la pandemia, ma nessuno fa proposte concrete.
Non è mai stata mia abitudine criticare senza provare a elaborare proposte perché penso sempre che se si dovesse un giorno andare al Governo, l’opposizione, giustamente, ti ritornerebbe tutti i toni duri.
La mia proposta per il lavoro femminile e la maternità, che devono necessariamente conciliarsi per una crescita migliore e più sostenibile, così come per una maggiore produttività del nostro paese, prevede un partenariato pubblico privato che veda una forte alleanza tra le istituzioni e il mondo imprenditoriale finalizzato a costruire spazi per accogliere i bambini, sia all’interno dei luoghi di lavoro, sia all’esterno così come la possibilità di riconoscere i costi delle strutture dell’infanzia a carico delle famiglie come “fringe benefits” che le aziende possono accordare ai loro collaboratori.
Sappiamo tutti che si libereranno molti spazi aziendali grazie alle tecnologie che permettono lo “smart working” e il “telelavoro”, modalità lavorative che spesso mal si conciliano con gli equilibri familiari in abitazioni piccole: questi spazi potrebbero essere parzialmente riconvertiti, soprattutto nelle grandi città dove si verifica questo fenomeno in aree parco che accolgono i bambini, i servizi, gli uffici, insomma tutto ciò che può rianimare spazi urbani.