
Le mie proposte di indirizzo per le aziende di credito
Il 29 aprile in X Commissione, a seguito dell’audizione del direttore generale dell’ABI, Dr. Sabatini, il mio intervento ha sintetizzato i seguenti spunti di riflessione che spero possano essere utili per fornire al Governo alcune soluzioni ad aspetti che rivestono ancora molte criticità e che rappresentano anche colli di bottiglia in termini di risposte rapide ed efficaci:
1) La garanzia pubblica, rilasciata dal fondo per le PMI – regolata dal D.Lgs. 123/2018 – sui finanziamenti da crisi Covid-2019 pone un tema serio per i buoni amministratori di aziende, in quanto si appoggia a “crediti privilegiati” che hanno un binario dedicato è prioritario per la restituzione alla banca. C’è da chiedersi che cosa succede se, nonostante l’accesso al finanziamento, l’impresa non riesce a superare la crisi e fallisce. Il rischio è che l’amministratore sia chiamato a rispondere di bancarotta preferenziale per aver soddisfatto debiti correnti (i cosiddetti chirografari) anziché restituire il finanziamento;
2) Il D.L. 23/2020 non contiene alcuna deroga alla normativa penale fallimentare ma solo il congelamento delle dichiarazioni di fallimento al 30/6/2020, un termine che ho sottolineato essere troppo ravvicinato per poter pensare alla piena ripresa delle attività, a una sicura riorganizzazione aziendale, a un’eventuale ristrutturazione del debito e quant’altro necessario a perseguire la sostenibilità aziendale;
3) L’imprenditore dovrà predisporre documentazione e reportistica sull’andamento economico dell’impresa per consentire una valutazione di merito da parte dell’istituto di credito. A tale riguardo ho fatto presente che sarebbe non solo veloce, sicuro dell’archiviazione in progress ma anche utile come strumento adatto al risk management, la digitalizzazione per legge dei flussi documentali e informativi delle aziende;
4) Infine, richiedere al Governo delle linee guida che siano informazioni più puntuali sulle filiere considerate strategiche per il PIL del paese. In fase di rilancio aiuterebbe gli istituti bancari, da un lato, a selezionare meritocraticamente l’erogazione dei finanziamenti e ad evitare dispersioni a pioggia di risorse che sarebbe più utile indirizzare in settori di futura crescita e sviluppo e, dall’altro, a fornire tempestivamente utili consigli all’imprenditore su eventuali necessita di ristrutturazione del debito e/o riorganizzazione aziendale per efficientare i costi e strutturare solidamente i ricavi.