
Webinar internazionale con Helga Zepp-LaRouche, Presidente dello Schiller Institute
Sabato 25 aprile, ho partecipato a un webinar internazionale e ho avuto modo di ascoltare Helga Zepp-LaRouche, Presidente dello Schiller Institute.
Più volte ho sostenuto che se nel XX secolo la leadership mondiale è stata degli USA, nel XXI non è escluso che possa essere della Cina.
Ieri però, dopo aver ascoltato la Presidente dello Schiller Institute, mi sono chiesta se veramente Pechino e la Cina vogliano diventare leader mondiali.
Di sicuro la Cina non è interessata a replicare i punti di forza degli Stati Uniti: una vasta rete di alleanze e eserciti, aziende private, istituzioni e fondazioni con un grande potere di persuasione come Google, Netflix, Harvard o la Fondazione Gates. Al momento sembrerebbe che Pechino non voglia assumere una leadership che potrebbe trascinarla in situazioni di crisi in giro per il pianeta, come invece fecero gli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale.
Per valutare bene le ambizioni cinesi sarà importante osservare la corsa al vaccino per il Covid-19.
E se la Cina arriverà per prima?
Il successo potrebbe essere presentato come un trionfo nazionale e usato come una piattaforma per la cooperazione mondiale che potrebbe vedere quattro potenze mondiali – USA, Russia, Cina e India – unirsi per la prima volta per stabilire un nuovo ordine planetario.
Di conseguenza, un altro test importante sarà la gestione del debito dei Paesi in via di sviluppo. Il 15 aprile, i Paesi del G20, tra i quali la Cina, hanno accettato di sospendere per 8 mesi il debito di 76 Paesi.
In passato, la Cina aveva sfruttato bilateralmente la questione del debito sottobanco per estorcere concessioni politiche. Se la decisione del G20 significa che Pechino è disposta a collaborare con gli altri creditori e a essere generosa, è evidente che la Cina è pronta a spendere pur di conquistare un nuovo ruolo. Tuttavia, è probabile che la Cina, più che a governare il mondo, sia interessata a impedire che le altre potenze provino a contrastare le sue ambizioni. Per questo, punta a privare il dollaro dello status di valuta di riserva e punta a piazzare i propri diplomatici in posizioni influenti nelle organizzazioni multilaterali in modo che possano contribuire a fissare le norme internazionali in campi quali i diritti umani o la gestione di internet.
Non sfugge a nessuno che l’attacco di qualche giorno fa di Trump all’OMS, che non vuole più finanziare, è particolarmente dannoso per gli Stati Uniti perché mette la Cina in una posizione più meritevole per ottenere questi incarichi di rilievo e prestigio.
La Presidente dello Schiller Institute ha fatto chiaramente intendere che il Governo e la cultura politica cinese sanno abbinare una sconfinata ambizione a una grande prudenza, che deriva dal compito estremamente complicato di gestire un Paese con 1,4 miliardi di abitanti. Pechino non ha bisogno di creare da zero un nuovo ordine internazionale e potrebbe accontentarsi di continuare a colpire i pilastri malfermi di quello costruito dagli USA dopo la Seconda guerra mondiale, in modo da cancellare qualsiasi ostacolo alla propria ascesa.
È una “strategia laterale” che in un mondo interconnesso, molto diverso da quello che abbiamo osservato dopo la Seconda guerra mondiale, potrebbe rivelarsi vincente, soprattutto se Pechino costruisse l’alleanza con la Russia, l’India e con un’America che, in questo momento lascia a Pechino la possibilità di aumentare la propria influenza, visto che Trump rivendica un “potere assoluto”, senza volersi assumere “alcuna responsabilità”, ma che potrebbe successivamente avvicinarsi a questo nuovo ordine mondiale definito dalle quattro grandi potenze.
Una nuova collaborazione mondiale che dovrebbe nascere pensando agli anni Venti del secolo scorso che ci hanno insegnato cosa succede quando le grandi potenze scelgono la via dell’edonismo e approfittano delle disavventure altrui.
L’epidemia del Covid-19 ha manifestato diverse azioni di di generosità ma, in egual misura, anche manovre opportunistiche. Trump è tra i principali responsabili di questo fenomeno e se la Cina dovesse rafforzare questa interpretazione del ruolo di un’unica super potenza mondiale, il Covid-19 sarà sconfitto, ma la tragedia sarebbe mondiale, perché la guerra tra Cina e USA su inasprirebbe.